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Risultati GISSI-HF ESC Monaco 31 agosto 2008
  L'ipotesi statine


La progressione dell’IC può essere solo rallentata, ma non prevenuta, con i trattamenti di provata efficacia, visto che molti fattori e disfunzioni di differenti organi contribuiscono al peggioramento del quadro clinico.

Poiché la causa principale di IC è la cardiopatia ischemica, la sua prevenzione potrebbe essere un modo per rallentare la progressione dell’IC. Un’analisi a posteriori dello studio 4S ha mostrato che l’uso di statine, in pazienti con cardiopatia ischemica senza di segni di IC, può prevenire l’insorgenza di IC.

Inoltre, studi più recenti suggeriscono che una terapia con statine può avere effetti benefici diversi da quelli diretti sulla sintesi del colesterolo. Si pensa che l’inibizione dell’enzima HMG-CoA reduttasi non solo riduca il colesterolo, ma anche la sintesi di molecole coinvolte nella risposta infiammatoria, come citochine e chemochine, che possono essere maggiormente espresse nei pazienti con IC. D’altro canto, esistono alcune indicazioni che alti livelli di colesterolo possono avere un effetto benefico nel paziente con IC: questo effetto sarebbe mediato dalla capacità delle lipoproteine sieriche ricche in colesterolo di modulare la risposta infiammatoria, legando e inattivando il lipopolisaccaride batterico (LPS), la cui produzione è aumentata nei pazienti con IC (la cosidetta ipotesi endotossina-lipoproteina). LPS stimola fortemente il rilascio di citochine infiammatorie, che favoriscono la progressione dell’IC. Solo uno studio clinico potrà chiarire come possano bilanciarsi questi due effetti apparentemente contrastanti delle statine sulla risposta infiammatoria.

Il trattamento con statine può anche migliorare la funzione endoteliale, depressa nei pazienti con IC, indipendentemente dall’eziologia e ritenuta coinvolta nella comparsa dell’insufficienza multiorgano.


Questi dati incoraggiano a verificare se i pazienti con IC possono beneficiare di una terapia con statine. Non esistono evidenze di trial controllati sugli effetti delle statine nell’IC; sono state effettuate solo analisi a posteriori, come quella dell’ELITE-2, in cui si è osservata una riduzione di mortalità nei pazienti con IC di ogni causa trattati con statine in modo non randomizzato.

In 897 pazienti con disfunzione del ventricolo sinistro o insufficienza cardiaca, randomizzati a pravastatina o controllo nello studio GISSI-Prevenzione, la statina è risultata ben tollerata e l’effetto sulla mortalità totale è risultato tendenzialmente simile a quello osservato nella popolazione generale.

I risultati dello studio HPS (Heart Protection Study), presentati per la prima volta in novembre del 2001, indicano che le statine sono efficaci nella prevenzione secondaria di eventi ischemici indipendentemente dai livelli di colesterolo, in pazienti che non avevano insufficienza cardiaca.

 
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